Non esiste un intervento esclusivo per la riabilitazione delle persone afasiche, ma piuttosto esiste un percorso terapeutico multidisciplinare e una cooperazione tra diverse figure professionali. Nella nostra esperienza clinica, questo intervento multidisciplinare crea una continuità terapeutica tra un approccio logopedico ed un approccio psicoterapeutico finalizzati alla creazione di maggiore partecipazione sociale possibile per la persona afasica. Ciò si traduce concretamente nella collaborazione tra il logopedista, lo psicologo psicoterapeuta e l’assistente sociale.
La logopedia.
Il percorso riabilitativo logopedico della persona che ha subito un ictus, o altro evento cerebrale acuto che abbia determinato la comparsa di afasia, inizia nelle primissime fasi della malattia, sempre più di frequente già all’interno del reparto di medicina di urgenza. In fase acuta, benché la priorità dell’intervento logopedico sia data alla valutazione della funzione deglutitoria, le eventuali difficoltà comunicative emergono spesso in modo preponderante e la valutazione della disfagia coincide necessariamente con una iniziale, seppur sommaria, valutazione delle abilità comunicative della persona afasica.
In questa fase è possibile per il logopedista intervenire fornendo una stima grossolana dell’entità del deficit, individuando alcune modalità comunicative verbali ed alternative alla comunicazione verbale che la persona può spontaneamente mettere in atto e iniziando l’attività di counselling con famigliari e/o caregivers per fornire le prime indicazioni utili su come affrontare il disturbo comunicativo nel miglior modo possibile.
Necessariamente lungo il percorso riabilitativo il logopedista modifica il proprio intervento per andare incontro alle diverse necessità della persona afasica, necessità che mutano con il modificarsi delle caratteristiche della persona stessa e del suo disturbo comunicativo. Il progetto riabilitativo logopedico dovrà individuare di volta in volta dei sotto obiettivi specifici (es. la valutazione formale ed approfondita delle abilità cognitivo-comunicativo-linguistiche o la proposta di attività riabilitative mirate alla riduzione del deficit osservato ed al recupero delle funzioni perse) per il raggiungimento dell’obiettivo a lungo termine condiviso con gli altri membri dell’èquipe, rappresentato dalla partecipazione attiva alle attività di vita quotidiana, dall’inserimento soddisfacente nel proprio ambiente di vita e dall’inclusione sociale.
La valutazione del paziente con afasia nella fase finale del percorso riabilitativo comprende da un lato una valutazione accurata delle abilità cognitive, linguistiche e comunicative, al fine di individuare il livello di competenza raggiunto, dall’altro una valutazione della comunicazione in ottica funzionale (intesa come capacità di ricevere o inviare un messaggio, indipendentemente dalla modalità, di comunicare in modo efficace e indipendente in un dato ambiente naturale) (Frattali, 1995). Di fondamentale importanza sarà inoltre la valutazione delle difficoltà comunicative ancora presenti e delle capacità che la persona ha e riesce a mettere in gioco per sopperire a tali difficoltà. Il logopedista dovrà inoltre valutare la possibilità di introdurre, modificare o sviluppare strumenti di Comunicazione Aumentativa e/o Alternativa alla comunicazione verbale, indagare le attività e la partecipazione della persona nel suo ambiente di vita, individuare i facilitatori su cui poter fare affidamento e le barriere presenti da cercare di eliminare.
Strumenti di valutazione fondamentali divengono pertanto tutti quelli in grado di dirci quanto il paziente è in grado di vivere la propria vita con l’afasia, secondo il modello proposto dall’A-FROM, partecipando in modo attivo alle situazioni di vita quotidiana e recuperando quanto possibile il proprio ruolo sociale precedente o, eventualmente, apportando le necessarie modifiche.
Resta aggiornato