Io non sono Orfeo, una mostra teatral-fotografica del progetto CIRP “Teatro Babel”
Durante il lockdown il CIRP, consapevole delle necessità dei suoi pazienti ha fatto una grande scommessa: con perseveranza molte attività sono state adattate e trasferita su piattaforme digitali, affrontando le diverse difficoltà comunicative dei pazienti con deficit linguistici e promuovendo un uso consapevole delle tecnologie in persone anziane. In questo panorama complesso e innovativo anche l’attività artistica attiva al CIRP ha trovato una nuova forma.
Pazienti con afasia che hanno svolto il percorso riabilitativo presso la Cooperativa CIRP, impegnati in un percorso artistico nel progetto CIRP “Teatro Babel” insieme a giovani attori in formazione dell’area delle professioni sanitarie, durante il lockdown si sono cimentati nel ruolo di fotografi per cogliere quello che nel proprio presente rappresenta motivo di forza e di speranza per camminare verso la felicità.
Da questo periodo di lavoro a distanza nasce IO NON SONO ORFEO mostra teatral fotografica che racconta la capacità di guardare avanti nel periodo difficile della quarantena e del distanziamento sociale. Per chi ha vissuto la malattia questa esperienza è una seconda volta in cui l’inaspettato ha fatto irruzione in una vita normale e si è portato via molto: relazioni, abitudini, un certo modo di comunicare e stare insieme agli altri.
Come Orfeo personaggio mitologico che cede alla tentazione di guardarsi indietro perdendo la sua Euridice, ognuno si è chiesto cosa si lascia alle spalle in questo cambio epocale di abitudini sociali, ma al contrario di Orfeo, il gruppo ha continuato a guardare oltre il limite, oltre il buio per riscoprire cosa- chi li ha guidati verso la felicità.
Un percorso di resilienza creativa che ha prodotto 20 “fotografie parlanti”. La mostra vuole essere uno strumento con cui il gruppo, che da anni lavora attraverso il teatro per superare i limiti comunicativi dell’afasia, si rivolge a degli spettatori speciali. L’arte come strumento per rispondere a necessità sociali, viene proposta nei luoghi di cura.
La mostra teatral fotografica è infatti disponibile per essere allestita in spazi sanitari e socio sanitari con l’obiettivo di arrivare a chi in questi mesi è rimasto solo, isolato dalle misure di sicurezza dovute al Covid 19.
Non solo a pazienti ricoverati in ospedale, nelle RSA, nei Centri diurni, ma anche a chi con loro ogni giorno lavora, agi operatori sanitari e socio sanitari che in prima linea vivono un cambiamento di procedure e abitudini nel loro campo lavorativo
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