Nessuno è un’isola. Il cervello sociale come punto di partenza per l’inclusione

Le relazioni sono il nostro habitat naturale e neurale. La nostra vita e i nostri sistemi nervosi dipendono sin dal primo vagito dalla qualità delle nostre relazioni. Il nostro stesso sistema nervoso è una grande sinapsi sociale. Sappiamo che le relazioni ci fanno ammalare e ci curano, allora come possiamo far confluire le conoscenze delle neuroscienze sociali in buone pratiche cliniche?

Un incontro che offre un excursus dalla teoria, ai modelli epistemologici di salute e disabilità, sino alla concretezza dell’attuazione di questi modelli nella pratica clinica con le persone con disabiltà cognitiva acquisita.

L’evento, che si è tenuto mercoledì 15 marzo alle ore 17 nella sede della Cooperativa CIRP di via Sacchi 42, Torino, è organizzato per la Settimana del Cervello®

Gli interventi

Le relazioni: il nostro habitat neurale
Mariateresa Matera, psicologa, psicoterapeuta esperta in riabilitazione neuropsicologica e consulente Cirp

Cos’è la socialità? Come mai le relazioni sono così importanti?
Un’esplorazione sul come siamo innatamente predisposti a stare in relazioni con gli altri attraverso diversi segnali interpersonali e sul come le relazioni precoci, in particolare, e non solo, modellano e sostengono lo sviluppo dei nostri sistemi nervosi.
Un’indagine sugli effetti dell’isolamento e della solitudine percepita sulla salute e che beneficio, invece, traiamo da un senso di sicurezza mediato dall’affiliazione.

L’inclusione sociale: teorie e buone prassi
Stefano Monte, psicologo, psicoterapeuta, presidente Cooperativa CIRP

Partendo dall’ICF – la Classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute creata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità – si vuole riflettere sul concetto di salute, disabilità e riabilitazione presenti nell’approccio biopsicosociale.
La Classificazione porta implicazioni anche nella definizione degli obiettivi delle principali linee guida in materia di riabilitazione e si concretizza in quella che ad oggi è definita “inclusione sociale”. 
Nel corso dell’intervento si evidenzieranno le connessioni operative evidenti nei principali piani di intervento comunitari e nazionali, con particolare riguardo al contesto del Piano di inclusione Sociale promosso dalla Città di Torino e di cui la Cooperativa CIRP è partner per la sua attuazione.

Il ruolo del partner nella conversazione delle persone con disturbi comunicativi
Rossella Muò, logopedista, psicologa, docente Università degli Studi di Torino

Le abilità comunicative e la funzione linguistica sono elementi fondamentali che consentono e supportano il coinvolgimento sociale delle persone. Pertanto, coloro che sperimentano la comparsa di disturbi della comunicazione in seguito a specifiche patologie (es. ictus o deterioramento cognitivo), rischiano di trovarsi, proprio a causa del loro disturbo comunicativo, anche isolati sul piano sociale. Per questa ragione, accanto ad un intervento specifico riabilitativo rivolto alla persona, occorre impostare un intervento che veda coinvolti tutti i partner conversazionali, per conoscere, riconoscere e sperimentare insieme quelle strategie comunicative che consentono di superare il deficit comunicativo e consentire una piena partecipazione agli eventi della propria vita.

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